Le canzoni di Lucio che parlano di Bologna




di Stefano Brunetti
Mentre nasceva, da papà Giuseppe e mamma Jole, Bologna si preparava come il resto della nazione alla tragedia della guerra: e propria una delle sue canzoni più famose, 4 marzo del ’43, narra della storia di una ragazza con un soldato alleato, e del loro bambino. Da dove altro partire nel ricordo di Lucio, che oggi avrebbe compiuto 76 anni, se non da una della sue produzioni più apprezzate? Con Bologna, come sempre, al centro della sua poetica.

4 Marzo 1943

Dalla la cantò per la prima volta al teatro Duse (1970) con tutt’altro titolo: “Gesù Bambino”. Così scabroso, a quanto pare, da meritarsi la censura. E poi quel verso: quello del “bestemmio e bevo vino”, che costringe il cantautore al cambio in corsa, con un “gioco a carte” come tappabuchi. A Sanremo “4 marzo” non ci va: ma nel cuore del pubblico, ad imperitura memoria, sì.

Disperato erotico stomp

“Ti hanno vista bere a una fontana...e non ero io”, così comincia una delle canzoni più geniali e bizzarre del grande cantautore bolognese, con quel “birricchina-birricò” a far scuola e proseliti; ma cosa c’entra qui Bologna? Come sempre, tanto: presente la massima dalliana che “a Bologna non si perde neanche un bambino”? Bè è contenuta proprio qui: a descrivere un bizzarro incontro sotto i Portici. Con il solito umorismo tutto bulgnais del Lucio Nostro.

Girando ancora un poco ho incontrato
Uno che si era perduto
Gli ho detto che nel centro di Bologna
Non si perde neanche un bambino
Mi guarda con la faccia un po' stravolta
E mi dice "Sono di Berlino"

Piazza grande

Chiariamo una volta per tutte: che i cugini modenesi si mettano il cuore in pace. Già ci rompono per la presunta paternità dei tortellini (che ripetiamo ancora una volta, sono di Castelfranco, storicamente di cultura bolognese), che non si mettano a reclamare anche Piazza Grande. No perché, le dicerie corrono: quelle secondo cui la canzone di Lucio parlerebbe della piazza principale di Modena, che si chiama proprio così. Ma in realtà, la canzone di Dalla, non parla né di piazza Maggiore né della piazza Grande canarina: ma solo e soltanto di piazza Cavour, dove il cantautore abitava da giovane. Quindi, che i cugini si mettano il cuore in pace: una volta per tutte!

«Una famiglia vera e propria non ce l'ho
E la mia casa è Piazza Grande
A chi mi crede prendo amore e amore do, quanto ne ho
»

Le tue ali Bologna

Ovvero l’inno ufficiale del Bologna, che Lucio da bolognese doc tifava con passione viscerale, cantato assieme ad altri tre colleghi bolognesi e bolognisti: l’amico di sempre Gianni Morandi, l’allievo Luca Carboni e il sempiterno Andrea Mingardi. Realizzato a fine ottanta, è tornato in pianta stabile nel 2012, ad accompagnare l’ingresso in campo delle squadre, dopo la scomparsa del grande cantautore nostrano.

L’anno che verrà

Un inno di speranza, per un futuro migliore, che non tratta direttamente di Bologna, ma che è diventato la colonna sonora delle vittorie rossoblù: se la squadra al vince, al Dall’Ara risuona uno degli incipit più famosi della produzione di Lucio, “caro amico ti scrivo…”. Brividi puri, che rendono ogni successo felsineo ancor più epico: il nostro “You’ll never walk alone…”
 

Dark Bologna

“Lungo l’autostrada, da lontano ti vedrò…”, San Luca, i Portici e “per prima cosa…una pizza ad Altero”; la canzone definitiva con cui Lucio ha omaggiato la sua Bologna: la Grassa, la Dotta, la Rossa…e la Dark. Un capolavoro che ogni bolognese vero, che si rispetti, non può che ascoltare con somma devozione. L'ultimo regalo fatto da Lucio alla sua città...
 

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