PAROLA DI NOBEL





In questi giorni vi sto parlando di economia, un pochino di politica e anche di "roba" internazionale.
Siccome per lavoro leggo molto, devo (e a volte non è proprio uno spasso) anche guardare alcune trasmissioni televisive per sentire se vengono fatti interventi di rilievo, dichiarazioni che possono avere rilevanza da un punto di vista pratico. Poi ci sono giornate dove guardo trasmissioni solo per passarmi il tempo. È il caso di sabato sera scorso, mi sono guardato la trasmissione di Massimo Gramellini, su Rai Tre.

Ordunque, fino a qui nulla di che. Si sa che l'atteggiamento di un certo tipo di trasmissioni è anche quello di veicolare alcuni messaggi che possano spostare l'opinione pubblica verso una posizione piuttosto che un'altra. Se pensate che questa sia una stro...ta guardate quello che hanno fatto a Mediaset a Del Debbio, Giordano ecc...

Dicevamo, la trasmissione come sempre prende un taglio sentimental-popolare, portando in video personaggi e storie di redenzione o di affrancamento da condizioni di disagio (la cosa, in sé per sé, mi piace, lo sapete). Poi viene invitato Scamarcio, l'attore. Deve raccontare una sua parte in una fiction, poi Gramellini gli fa domande di attualità. Sul futuro governo giallo-verde, su cosa ne pensasse di Salvini o Di Maio. Stupore quando il buon Riccardo si diletta a parlare di nazionalismo, cessione di sovranità e poi cita Bagnai e Borghi. 
Dovevate vedere la faccia di Gramellini...valeva il biglietto se fosse stato pagato...

Bisogna essere onesti e dire che Scamarcio è da qualche anno che si occupa di monetarismo, essendo diventato un "seguace" della MMT di Mosler. Sentirlo parlare di questi temi in modo non banale e non scontato ha mandato in tilt il cervello del conduttore.

Io vorrei che voi faceste un piccolo sforzo e vi andaste a leggere cosa è la "Teoria delle aree valutari ottimali".

È stata teorizzata nel 1961, da tale Robert Mundell. Dieci pagine, senza formule, senza grafici. Solo idee (cit.). Per quelle dieci paginette, nel 1999, Mundell riceve il premio Nobel.

E cosa dice quella teoria?
Ricordate: 1961, no formule, no grafici.

"Paesi strutturalmente diversi decidono di aggiogarsi sotto una moneta unica; se sorgono problemi, come una recessione mondiale, bisogna CHE NEL PAESE IN MAGGIORI DIFFICOLTÀ I LAVORATORI ACCETTINO DI FARSI TAGLIARE I SALARI, O MAGARI DI EMIGRARE IN CERCA DI LAVORO. Altrimenti la moneta unica collasserà". 


Eccola qui. Ci vedete qualcosa di familiare? Ci riuscite a vedere qualcosa di "già detto o già scritto"?
Credo che, come sempre, comprendere il disegno più ampio di quello che ci accade intorno sia la chiave per il successo o il disimpegno da situazioni che non sono "congeniali".

Ora, la potete pensare come volete, potete portare esempi innumerevoli, mi potrete scrivere che non capisco niente o che sono un anti-europeista a prescindere. 
Ma quello che ci è successo è un fatto. E poi, ci è davvero successo? O colpevolmente abbiamo delegato o lasciato che accadesse.

La storia ci dirà se questo momento storico è un vulnus o semplicemente un momento di assestamento. Ma mentre le cose si assestano o si equilibrano, le persone diventano più povere, alcune si suicidano, altre si impoveriscono a tal punto da non considerarle più persone "degne".
Il tempo non è solo il grande giudice. Può essere il boia. Il carnefice. 

A domani



MARCODICHILHAVISTO




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