Acquafresca, storia di una promessa non mantenuta


Neanche ventiduenne e già autore di 24 reti in serie A, tutte con la maglia del Cagliari: 10 il primo anno, 14 il secondo. Le attenzioni di mezza Italia, e non solo: a pensarci poi, di com'è finita, vengono i brividi. Storia di una promessa non mantenuta: Robert Acquafresca, Acquafresh o Freshwater per gli amici. Oggi attaccante sul viale del tramonto, ma dieci anni fa, tra i giocatori più promettenti di tutta la massima serie. Per intenderci: solo Mario Balotelli, tra i giovani under 25, aveva fatto meglio. Ma dietro di lui, subito Robert: italo-polacco, nato a Torino, cresciuto nelle giovanili granata.
L'Inter, intravedendo in lui qualcosa, se lo piglia e lo manda in prestito a Treviso, dove nella stagione 2006-2007, neanche ventenne, fa dieci centri in serie B. Poi la cessione della metà al Cagliari, dove il nostro esplode: e diventa, nell'anno 2009, il più richiesto. L'Inter lo usa come merce di scambio per arrivare a Milito: ecco dunque il Robert sotto la Lanterna. Da un rossoblù all'altro ( non sarà l'ultimo…).
Due giorni dopo, però, eccolo di nuovo pedina di scambio in un altro affare, con stabilizzazione definitiva a Bergamo. Dove subisce un brutto infortunio, che lo tiene in infermeria per un mese: morale della favola, a gennaio torna a Genova, dove segna solo 2 reti.
In estate rieccolo a Cagliari, lì dove tutto era cominciato. 37 presenze e 8 reti: tutto sommato non male. Forse solo in Sardegna il nostro riesce ad esprimersi; ma a fine stagione niente riscatto e dunque eccolo di nuovo a Genova, dove in realtà è solo di passaggio. Perché nel suo destino c'è un altro rossoblù che lo aspetta: quello del Bologna.
Che cerca un gregario da affiancare a capitan Di Vaio, trovandolo nell'italo-polacco. Giocatore dall'indiscutibile talento, ma da rilanciare: il primo anno, partendo per lo più dalla panchina, farà 5 reti. Tra le memorabili, quella a San Siro sull'Inter, atta a suggellare una splendida vittoria, e quella decisiva in casa col Novara, nel weekend della scomparsa di Lucio Dalla. A fine stagione il Bologna dimostra di credere in lui, riscattandolo. Ma Stefano Pioli, dopo il ritiro di Di Vaio, vuole delle garanzie, là davanti, che a quanto pare Acquafresh non gli dà. Quindi che succede? Che l'ultimo giorno di mercato arriva un certo Alberto Gilardino: che ovviamente relega Robert alla panchina imperitura ed a solo sei presenze in campionato. Con zero reti, per la precisione. 
Niente da fare: il salto di qualità non c'è stato. La storia tra Acquafresca e il Bologna, proprio sul più bello, subisce un brusco arresto. Ma non sarà la fine (ahinoi), tra Robert e il rossoblù: perché tra una cosa e l'altra, Fresh Nostro, rimarrà nel Bologna dall'estate 2011 al gennaio 2017. Con breve parentesi a Levante che non deve ingannare: perché in Spagna Acqua non sfonda. E dunque rieccolo a Bologna in serie B, dove dà il suo contributo per la promozione (4 reti, una in semifinale playoff) e prova a ridire la sua. Ma in serie A, ovviamente, verrà impiegato col contagocce: e dopo un anno e mezzo da turista, con regolare stipendio incassato (conclusione della genialata di fargli un contratto di cinque anni…) se ne va infine a Terni, dove si limiterà a poche comparsate.
E dov'è adesso Water? Al Sion, in Svizzera, dove aspetta mestamente il ritiro. A soli trentuno anni, con una carriera praticamente già finita da un lustro. La vita è strana: il calcio pure. Ma chi tiferà domenica, in quel derby tra ex, Robert Nostro? Risposta secca: il Cagliari, come ammesso da lui in settimana. E ci mancherebbe altro. Lì dove Robert si sentiva di fatto un vero bomber: con un grande futuro davanti. Cosa poi non accaduta. Perchè la vita, di fatto, non è che un grande archivio di promesse mancate. E la storia di Robert Acquafresca, l'ennesima, sta proprio lì a dimostrarlo.

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