Cinque cose che devi sapere su San Petronio


Bolognesi, felsinei: e petroniani, soprattutto. Figli di San Petronio.
Non letteralmente.
Scherzi a parte: il 4 ottobre è la vera festa di Bologna.
Per questo, visto il giorno di vacanza, pare giusto informarsi in maniera più approfondita sul nostro Patrono: vissuto più di un millennio fa, ma ancora presente nell'immaginario delle Due Torri. Dalla Basilica al giorno lui dedicato: quando la leggenda s'intreccia alla realtà.
Ecco a voi le cinque cose che bisogna sapere sul nostro Protettore.


1)Le testimonianze della sua esistenza: ottavo vescovo di Bologna, in carica dal 431 al 450 circa. L'Elenco Renano, considerato dagli storici fonte assolutamente attendibile, parla di lui: ma non solo. Da due suoi contemporanei viene infatti il riconoscimento della sua esistenza: Eucherio di Lione, che lo cita in una lettera (dove racconta che Petronio abbandonò una posizione sociale molto elevata per entrare nell'ordine sacerdotale), e Gennadio di Marsiglia, che lo ricorda come "uomo di santa vita, esercitato fin dall'adolescenza negli studi dai monaci". Si deduce, dunque, che il nostro Petronio nacque in una famiglia benestante: il padre, infatti, fu probabilmente Prefetto delle Gallie. Poi la vocazione ed infine il lungo dominio "spirituale" sulla diocesi bolognese: in un periodo storico di certo non facile...

2)Il ritrovamento delle reliquie: nessun'altra menzione del Santo Nostrano fino al XII secolo, quando il 4 ottobre del 1141 i monaci benedettini e il vescovo Enrico, durante una ricognizione nel Monastero, s'imbattono nella tomba di Petronio, trovando reliquie di notevole importanza. La leggenda narra che nella seconda metà dello stesso secolo, tale vicenda, verrà subito redatta in ambito benedettino (dentro una Vita), anche se non  è da considerarsi storicamente attendibile: piuttosto da porre come base per lo sviluppo della leggenda e del culto petroniano. Che nel corso dei secoli subirà determinanti aggiunte, atte a consacrare il personaggio alla leggenda.

3) La leggenda: in poche parole, secondo questo testo "romanzato", Petronio, di origine greca, sarebbe stato il cognato di Teodosio II, cioè l'imperatore. Inviato a Roma presso il Pontefice Celestino per una disputa su un'eresia e trovandosi in quel momento vacante il ruolo di vescovo della Grassa, ecco dunque ricader la scelta sul nostro, in arrivo nella Bologna disastrata dalle invasioni barbariche. Qui il nuovo vescovo provvederà alla ricostruzione della città: e, nello specifico, a quella del complesso di Santo Stefano.

4) La seconda "Vita": c'è anche una seconda parte della storia, aggiunta nei secoli successivi, precisamente alla fine del tredicesimo: quando una progressiva politicizzazione del Santo amplia la sua figura. In pratica, in questa sorta di "sequel", si parla del suo viaggio a Gerusalemme, dove recupera molte reliquie e della sosta al ritorno a Costantinopoli, dove l'imperatore Teodosio gli concede numerosi benefici per la sua città: dall'ampliamento delle mura alla garanzia perpetua di autonomia civica, oltre che la protezione imperiale contro ogni forma di tirannia straniera e la concessione dello Studium, cioè dell'Università. Costruttore della città e promotore del suo patrimonio civico-culturale: quando la leggenda amplia la realtà, rendendola epica.

5) Santo Patrono della città: dal XII secolo, precisamente nel 1253, quando il libero Comune di Bologna lo eleva al ruolo più importante al posto di San Pietro (che prima incarnava il potere temporale dei papi). Diventa quindi il simbolo della libertà del comune bolognese: nel 1390, dopo il placet arrivato due anni prima, cominciano i lavori per la basilica a lui dedicata, dove sarà traslato il capo del Santo per volere di Benedetto XIV, già cardinal Lambertini (bolognese, come si evince dal cognome). In Piazza di Porta Ravegnana, sotto le Due Torri, la statua che lo rappresenta: il punto dove, nel giro di pochi metri, sono radunati tutti i simboli della nostra città.

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