Il secondo scudetto
di Stefano Brunetti
Nulla più di un semplice incontro tra nobili decadute, dove la nostalgia per i bei tempi andati la fa da padrone.
Ma quello che è oggi un match di poco conto, con posta in palio massima la salvezza, una volta valeva lo scudetto: chiedere per maggiori informazioni alla stagione '28-'29, culmine di un decennio di grandi cambiamenti per il calcio italiano, col passaggio di testimone tra regine storiche e nuove pretendenti al trono a far da prova in tal senso.
Bologna e Torino, per intenderci, sono tra le nuove big: scudetto al rossoblù nel '25, ai granata nel '28, con in mezzo uno alla Juve ed un altro revocato al Toro (che per regolamento sarebbe dovuto andare al Bologna, anche se per oscuri motivi rimarrà poi senza padrone…).
Quindi, morale della favola, nella stagione '28-'29 sia rossoblù che granata lottano per il secondo titolo, ritrovandosi infine contro dopo aver dominato i rispettivi gironi: di fronte il Bologna di Felsner e della stella Schiavio, contro il Toro campione in carica di Cargnelli e del bomber Rossetti, ovvero, per la cronaca, la Partita con la P maiuscola.
A Bologna, di fronte ai 25mila del Littoriale, è un trionfo rossoblù: Della Valle e la doppietta di Schiavio, i più attesi, mandano k.o. i granata. A nulla serve il goal di Libonatti nel finale.
Al ritorno, al Filadelfia, vince il Toro, che manda tutto alla bella, giocata a Roma a giugno.
Proprio come quarant'anni dopo, circa.
Ed anche quella volta, lo stadio Olimpico (allora Nazionale) porterà bene al rossoblù: Giuseppe Muzzioli, bolognese doc, una vita in maglia felsinea (soprannominato Teresina per la tendenza all' ingrasso facile) la decide a dieci minuti dalla fine, regalando il secondo scudetto al Bologna.
Che comincerà, da lì in poi, a porre la basi per lo "squadrone che tremare il mondo farà" del decennio successivo, salvo poi lasciare il testimone proprio al Grande Torino, regina incontrastata fino a Superga, conclusione tragica dell'età d'oro.
Una parabola, nel complesso, molto simile a quella del Bologna.
Che nel Dopoguerra, tolto scudetto e qualche sporadico successo ( come i granata nei settanta), comincerà ad avviarsi mestamente allo status di "nobile decaduta", proprio come i colleghi della Mole: per un destino, nel complesso, simile e capace di accomunare due squadre leggendarie.
Che oggi, nelle sfide l'una contro l'altra, non possono fare altro che ricordarsi di tempi migliori: quando cioè, la sfida sull'asse Bologna-Torino Granata, valeva lo scudetto.
E se questo vi sembra poco...