Impressioni di settembre
di Stefano Brunetti
L'inizio in salita, strascico di agosto, poi la sosta per le nazionali, la sconfitta a Genova ed infine la svolta: la vittoria casalinga con la Roma, inattesa, e la seconda di fila in casa con l'Udinese, dopo la parentesi della sconfitta allo Juventus Stadium. Che sinceramente non fa testo.
Il tutto nel giro di 30 giorni: quelli di settembre. Mese dalla due facce: decantato, nella parola scritta e musicale, da poeti e cantanti (Pfm, ma non solo). Odiato e amato allo stesso tempo: più il primo, a pensarci. Per la fine dell'estate, e dell'illusione che la vita sia un'eterna vacanza. Quando si torna a lavorare, a scuola, all'università. La fine del sogno: in chiave calcistica, la concretizzazione delle speranze estive. O al contrario degli incubi. In casa Bologna, il tempo di raccolta della semina estiva: quella del "fuoco e desiderio". Tardivo nel germogliare: certo non ad agosto, con la sconfitta alla prima con la Spal e il pareggio deludente col Frosinone.
Poi la sconfitta coll'Inter, esordio di settembre: 0-3, ma paradossalmente meglio delle altre. Infine la sosta per le nazionali, e il ritorno in campo quindici giorni dopo, a Genova contro il Grifone rossoblù. Anzi: contro Piatek. Che fedele al suo incredibile avvio di campionato, la decide nei minuti finali: 1-0, e terza sconfitta in quattro partite. No: neanche settembre parte bene. Poi però cosa succede?
Che in un sabato mattina di metà mese, mentre sui giornali infuriano le polemiche e le accuse ai dirigenti, il tifo rossoblù si raduna a Casteldebole a dimostrare la propria vicinanza alla squadra. Risultato? 2-0 secco alla Roma, una squadra che vale trecento milioni secchi in più: con Mattiello e Santander sugli scudi. Proprio lui: il Ropero tanto atteso. Che a Torino, il mercoledì dopo, resterà a riposo: perché Pippo decide di far turnover, e risparmiare i migliori per la sfida con l'Udinese. Troppo forte questa Juventus: per chiunque, sottinteso.
Finisce due a zero per i bianconeri, non senza strascico di polemiche annesso: perché per alcuni, la squadra è scesa in campo senza le giuste motivazioni (già: ma quando giochi contro la più forte d'Europa, che vale 700 milioni più di te, e lo fai senza cinque titolari, cosa vuoi pretendere di più?).
Somma, morale della favola: la sfida casalinga con l'altra bianconera, l'Udinese, è un bivio.Perché se vinci, sei quello che ha vinto con la Roma: ma se perdi, sei quello che è caduto con Genoa e Spal. Non c'è una mezza via: perché se pareggi, sei quello di Frosinone.
Il primo spartiacque stagionale: e quindi, che succede? Che in campo ci scende lo stesso undici vincente con la Roma: che rimonta il goal bianconero, prima con Santander (ormai sindaco in pectore), poi con Orsolini, con rete decisiva a due minuti dall'ingresso in campo.
Settembre dunque che si chiude con sei punti in cinque partite: con la sensazione, da metà mese in poi, di aver trovato la quadra ( quasi) definitiva.
E ottobre, a pensarci, sarà un bel banco di prova in tal senso: con le sfide contro Cagliari e Sassuolo(fuori) e Torino (in casa) che ci diranno probabilmente in via definitiva il reale valore di questo Bologna. Certo, non una squadra da Europa: ma forse, nemmeno l'Armata Brancaleone descritta da tanti all'inizio. Che necessitava ancora di un po' di tempo, per amalgamarsi: "come un uomo in cerca di se stesso". Che ancora, che cosa sia, non lo sa: ma che perlomeno, sta cercando di capirlo…