Eppur si muove





Una partita "pirandelliana", dai mille e più volti, dal cui cilindro magico è infine uscito il 2-2, risultato in fondo giusto che non ammette repliche, anche se in casa Bologna il dibattito è appena cominciato: bicchiere mezzo pieno, mezzo vuoto o vuoto e basta?
Le fazioni già si combattono, a colpi di tesi e antitesi più o meno valide, con la certezza che dare giudizi universali, in un senso o nell'altro, dopo un pomeriggio del genere non sia affatto facile. Andiamo dunque a ritroso e cerchiamo di capirlo insieme rivedendo il film della partita: 3-5-2 per il Bologna, con uniche novità rispetto alla domenica precedente di Danilo al centro della difesa e Dzemaili in mezzo al campo, vincente nel ballottaggio con Andrea Poli.
Pronti e via, proprio il brasiliano crossa in mezzo, Santander palesemente in fuorigioco segna, goal prima annullato e poi no, perché il Var poi riporta alla luce un impercettibile tocco del difensore del Chievo, atto a rimettere in gioco il Ropero e quindi Bologna in vantaggio, dopo neanche cinque giri di orologio. Se non è la miglior partenza del campionato poco ci manca: tra le due squadre sembrano esserci almeno due categorie di differenza, il 2-0 è nell'aria, bisognerebbe batter ferro finchè caldo, ma il raddoppio non arriva.
Il Chievo è palesemente in difficoltà, il -1 in classifica e le sette sconfitte di fila non aiutano, poi però i clivensi tirano fuori l'orgoglio e spinti da nuovo fuoco cominciano a guadagnare metri: al 20esimo c'è un episodio dubbio nell'area rossoblù, Calabresi forse la tocca di mano, l'arbitro non ha dubbi.
Rigore: sul dischetto Meggiorini rimane freddo e torna al goal dopo più di un anno, proprio contro una delle sue ex squadre, dove certo non fece benissimo.
La trama della partita, da lì in poi, cambia completamente: il Chievo prende fiducia e il Bologna indietreggia, con l'inerzia del match che prende tutta un'altra piega.
Nei minuti finali del primo tempo, quando ormai il fischio dell'arbitro è dietro l'angolo, c'è un cross di marca gialloblù, Meggiorini galvanizzato prova ad andarci in rovesciata, il pallone schizza e finisce per diventare un assist involontario per Obi, al posto giusto nel momento perfetto.
2-1 e tanti saluti.
Il calcio, signore e signori; Inzaghi capisce che rischia grosso e nell'intervallo fa la rivoluzione: Poli per un'impalpabile Dzemaili e soprattutto Orsolini per Calabresi, per un Bologna a trazione decisamente più offensiva.
Morale della favola: l'inizio del secondo tempo è di stampo clivense, ma al 56esimo ecco l'ennesimo ribaltone. Cross di Krejci proprio per l'accorrente Orso, l'uomo della provvidenza, che segna solo quando entra dalla panchina, azzerando il conto e rimettendo tutto in discussione.
Il dolce ricordo del 2017, ultima vittoria in trasferta, torna a ridare coraggio alla truppa rossoblù, vogliosa di rompere il digiuno fuori dalle mura amiche, ma dopo il 2-2 il ritmo  cala; tra i clivensi entrano Birsa e Leris, nel Bologna Gonzales, per il risultato di due squadre in bilico tra paura ed eccitazione, indecise se accettare il pareggio o provare l'all-in. Nel finale, con la stanchezza che sopraggiunge, le due compagini si allungano, col risultato di continui contropiedi da una parte e dall'altra, ma chi ha le palle-goal più ghiotte è la squadra di casa, bloccata da due interventi miracolosi di Mbaye prima e Orsolo dopo, che rimedia a una propria disattenzione.
Il triplice fischio viene accolto con sollievo, soprattutto da parte rossoblù, che perlomeno con questi pareggi continua a smuovere la classifica, anche se l'Empoli ad solo un punto adesso preoccupa.
A fine partita, per la cronaca, Ventura si dimette (!) mentre Inzaghi si lamenta per non aver chiuso la partita nei primi minuti. Ultimi colpi di spugna di un pomeriggio di ordinaria follia, come in quel film con Michael Douglas, ma quale dunque l'esito definitivo?
Nel senso: punto guadagnato o due persi? Per quanto visto nei novanta minuti decisamente la prima opzione. L'importante era non perdere e non si perso, anche se c'è tanto, tantissimo da migliorare: la difesa in primis, che non può continuare a prendere due goal tutte le domeniche.
L'unica consolazione del pomeriggio del Bentegodi? Il fatto di non aver visto un noioso 0-0, come di solito a Chievo succede, ma piuttosto una partita combattuta fino all'ultimo.
Ma questa è poi una reale consolazione?


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