Il George Clooney degli allenatori
di Stefano Brunetti
Le strade di Gian Piero Ventura e del Bologna si sono incrociate più volte nella storia, ma solo da avversari, anche se in diverse occasioni l'allenatore genovese e il sodalizio rossoblù son stati veramente ad un passo dall'intrecciare le proprie vicende.
E forse in pochi se lo ricordano, ma una delle prime esperienze in panchina dell'ex ct azzurro fu proprio non troppo lontano dalle Due Torri, precisamente a Cento, dove nel 1987 prese la squadra locale in C1, salvandola il primo anno, ma facendola retrocedere il secondo, per un leitmotiv costante nella sua carriera.
Allena il Cagliari in A, la Samp in B (è sulla panchina blucerchiata nella famosa "notte dei rubinetti") e dopo una parentesi tra Messina e Napoli eccolo a Verona, sponda Hellas, dove perde il playout con lo Spezia accompagnando gli scaligeri nella loro prima storica retrocessione in C1.
Si rilancia poi a Pisa, dove nel 2007 rende la neopromossa squadra toscana una delle sorprese della cadetteria e proprio col Bologna si giocherà la promozione, dando filo torcere fino all'ultimo ai rossoblù: all'andata in terra pisana finisce 0-0, al ritorno un Dall'Ara strapieno spinge i propri giocatori alla promozione, con un Pisa combattente che certo non si scansa e che anzi prende una traversa che fa tremare i cuori dei 40mila.
Alla fine i Ventura Boys andranno ai playoff, dove usciranno in semifinale.
L'anno dopo, dopo un avvio pessimo, verrà esonerato: e, per la cronaca, il Pisa a fine stagione retrocederà all'ultima giornata.
Alla fine i Ventura Boys andranno ai playoff, dove usciranno in semifinale.
L'anno dopo, dopo un avvio pessimo, verrà esonerato: e, per la cronaca, il Pisa a fine stagione retrocederà all'ultima giornata.
E' poi a Bari, in serie A, dove sostituisce il dimissionario Antonio Conte: ad agosto 2010, alla seconda di campionato, ospita al San Nicola proprio il Bologna di Giuseppe Papadopulo, con cui a fine gara ha qualche screzio. Il Papa, nel suo fare tra il serio e faceto, definisce il collega " il George Clooney degli allenatori", lasciando spiazzati tifosi e addetti ai lavori, che forse non capiscono appieno l'ironia; dal canto suo Ventura passa sopra, disputando un'ottima stagione coi galletti, tra i migliori campionati della storia del club.
L'anno dopo però, come da copione, ecco arrivare la retrocessione puntuale come un orologio svizzero: non c'è niente da fare, Ventura fa bene il primo anno, ma fallisce il secondo, sembra quasi una maledizione.
Nel 2011 c'è però chi crede ancora in lui e precisamente Urbano Cairo, presidente del Torino, che lo vuole per riportare i granata al posto di competenza. Detto e fatto, poi puff, magia, Ventura fa bene anche al secondo anno e non solo: riporta i granata in Europa e si segnala come uno degli allenatori più contesi dell'intera serie A, rilanciando appieno le proprie quotazioni.
Risultato? Eccolo sulla panchina più ambita, quella della Nazionale, dove succede ad Antonio Conte, nell'estate del 2016: il resto della storia di Ventura come ct la conosciamo poi tutti, quindi lasciamo perdere. Di certo c'è che verrà assunto ad unico capro espiatorio di un disastro epocale, ma tant'è, è poi normale che vada così.
Lo scotto comunque è forte, e per almeno sei mesi rimane senza panchina: in Italia sembra aver chiuso e dopo il fattaccio del novembre 2017 sarebbe strano altrimenti; invece sorpresa, nel maggio scorso lo cercano diverse squadre. Tra queste c'è pure il Bologna, che alla fine però opterà per la gioventù, non volendo replicare un Donadoni-bis. Per Ventura comunque il tempo da disoccupato durerà solo per i mesi estivi, perché ad ottobre c'è un Chievo disperato, ultimo a -1, che lo chiama al suo capezzale.
Lui accetta, perché tanto cos'ha da perdere? Se va male non è colpa sua, se raddrizza la rotta si rilancia come genio della panchina. Nelle prime tre partite però va male, malissimo.
Dal 4-3-1-2 si passa al 3-5-2, ma poco cambia: 5-1 in casa dall'Atalanta alla prima, sconfitta per 2-1 a Cagliari e 2-0 nel fine settimana scorso col Sassuolo.
Dopo undici giornate ecco dunque un Chievo ancora a secco di vittorie, reduce da sette sconfitte di fila, con l'impresa_salvezza già fattasi parecchio complicata (il quart'ultimo posto, occupato proprio dal Bologna, è oggi lontano dieci punti).
Gian Piero Ventura, dal canto suo, sa perfettamente che la partita di domenica è già da dentro o fuori e che non basterà forse un pareggio a tranquillizzare l'ambiente.
Ce la farà dunque il George Clooney degli allenatori a raddrizzare una situazione cominciata male e continuata peggio? E soprattutto: riuscirà nella non facile impresa di rilanciare la propria immagine dopo il disastro in nazionale?
Domanda non facile, che forse contiene già in sé stessa la risposta.
Ce la farà dunque il George Clooney degli allenatori a raddrizzare una situazione cominciata male e continuata peggio? E soprattutto: riuscirà nella non facile impresa di rilanciare la propria immagine dopo il disastro in nazionale?
Domanda non facile, che forse contiene già in sé stessa la risposta.
Anche se, nel calcio, mai dire mai...