L'esercito degli ex



di Stefano Brunetti

Da Ferron a Pippo Inzaghi, passando per Manfredini e Doni, c'è tutto un undici di giocatori passati dal nerazzurro al rossoblù e viceversa, per il risultato di un forte legame sull'asse Bologna-Bergamo, crocevia di storie intrecciate l'una con l'altra, a partire per l'appunto da quella di Fabrizio Ferron, portiere-simbolo dell'Atalanta anni Novanta, che poi chiuse la carriera sotto le Due Torri, come secondo di Pagliuca, assistendo dalla panchina al crollo della squadra di Carletto Mazzone.
In difesa ecco Thomas Manfredini, rossoblù in serie B nella stagione 2006-2007, in prestito dalla Dea, poi tornato l'anno successivo alla casa madre, dove giocò la bellezza di cinque stagioni; da due anni, dopo l'ultimo a Vicenza, si è ritirato dal pallone, diventando un driver di cavalli.
Sempre in retroguardia troviamo Vlado Smit, che fece il percorso inverso di Manfredini ( cioè in prestito all'Atalanta dal Bologna) salvo poi tornare sotto le Due Torri, dove rimase il tempo di due stagioni, prima del proseguo di carriera tra Treviso, Gallipoli, Spal e Triglav.
E tornando un pelo più indietro come scordarsi di Massimo Paganin, difensore rossoblù dal '97 al 2000 ( parte della squadra che fece la cavalcata europea) e poi nerazzurro nel biennio successivo.
Menzione obbligata anche per Cesare Natali, bergamasco doc, a Bologna nel 2003-2004, di ritorno a casa nell'anno successivo, ed infine di nuovo rossoblù dieci anni dopo, purtroppo parte dell'ultima retrocessione. A centrocampo ecco poi Cristiano Doni, simbolo assoluto del calcio atalantino, che prima di giungere a Bergamo ebbe la maturità calcistica a Bologna, nel biennio '94-'96, con la squadra che fece il doppio salto di categoria, senza poi scordarsi del grande Tomas Locatelli, altro bergamasco doc che ebbe la sua fortuna sotto le Due Torri ( tra gli acquisti più onerosi del secolo scorso), dopo gli inizi di carriera nella squadra della propria città.
Spazio poi anche per Nicola Mingazzini, nerazzurro dal 2003 al 2006, e rossoblù nel quadriennio successivo, in cui riacchiappò la serie A giocandoci pure per due stagioni. Stessa sorte per Davide Bombardini, che dopo due anni a Bergamo tornò nella sua amata Bologna per riportare il rossoblù al posto di competenza, salvo poi finire la carriera nuovamente all'Azzurri d'Italia, seppur con la maglia dell'Albinoleffe. Anche Tiberio Guarente fece un percorso simile, coll'avventura spagnola del Siviglia in mezzo, e il ritorno in Italia a Bologna dopo gli anni bergamaschi.
In attacco ecco poi Manolo Gabbiadini, bergamasco d'origine ma bolognese acquisito, che nonostante l'unica stagione sotto le Due Torri brama dalla voglia di tornarci, finendo per essere riaccostato al rossoblù in ogni sessione di mercato, invernale o estiva che sia.
Una decina d'anni fa fu invece sul punto di vestire la maglia rossoblù Ferreira Pinto, esterno brasiliano che proprio all'ultimo fu soffiato dall'Atalanta, facendo infuriare il presidente Cazzola, che per tutta risposta licenziò il d.s. Zaccarelli. Chi vestì invece la maglia rossoblù, e per tanto tempo, fu Marino Perani, nato nel bergamasco e quinto per presenze nella storia del club felsineo.
Nel reparto offensivo c'è anche Fausto Rossini, che a Bologna dopo il brutto infortunio di Bergamo provò a rilanciarsi, ma senza successo: nel giugno del 2004, alle buste per decidere la comproprietà, l'Atalanta se lo ri-aggiudicò per la misera cifra di 500 euro, a fronte degli zero offerti dal rossoblù.
Come non citare infine Filippo Inzaghi, oggi mister rossoblù, ma una volta punta nerazzurra, con cui si fece conoscere in tutta Italia nella strepitosa stagione '96-'97, quando segnò la bellezza di 24 reti.
E no, non ci siam scordati nemmeno di lui: Roberto Donadoni, di Cisano Bergamasco, giocatore atalantino e mister rossoblù dell'ultimo triennio. Poi va bè, ci sarebbe anche due Beppe Goal, entrambi nativi di Bergamo, e poi simboli del Bologna; ma la loro, di storia, merita un articolo a parte...

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