Ma che sapore ha...una giornata uggiosa?
di Stefano Brunetti
Imbattuti contro la Viola, ma terzultimi dopo la vittoria dell'Empoli, che al 93esimo condanna il rossoblù ad un settimana da virtualmente retrocessi, fattore che il 25 novembre conta il giusto, ma non aiuta certo a livello psicologico complicando il proseguo di un cammino già non facile di suo.
Bicchiere dunque mezzo vuoto? Diciamo di sì, perché se al Dall'Ara di riffa e di raffa i ragazzi di Inzaghi un pareggiaccio lo strappano (0-0 con l'aiuto della Dea Fortuna), ecco arrivare la doccia fredda dal Castellani, causa un Silvestre a segno a tempo ormai scaduto, capace di rendere grigia e per nulla serena la domenica sera sotto le Due Torri.
Piove dunque sul bagnato, a livello climatico e di morale, con buona pace dei 25mila del Dall'Ara costretti alla nebbia, al freddo e infine al sorpasso in classifica, triste epilogo di una giornata che non era partita nemmeno male, con i rossoblù capaci di tener testa ai viola e di dar vita ad una contesa comunque combattuta fin dai primi minuti; stadio come detto pieno nonostante il clima avverso, dai distinti al settore ospiti, con almeno mille supporters provenienti da Firenze a render viva la tradizione del "Derby dell'Appennino", con i suoi tanti corsi e ricorsi (su tutti, la presenza in viola degli ex Pioli e Corvino) atti ad intrecciarsi e rendere unica la sfida tra gigliati e rossoblù.
Inzaghi col 4-3-3, come annunciato in settimana, quasi a voler sfidare sullo stesso terreno di gioco il collega-rivale; grande novità la difesa a quattro, con Calabresi a destra e Mattiello al rientro a sinistra, Poli per Dzemaili a centrocampo ed Orsolini a completare il trio d'attacco con Palacio e Santander. Tanti gli striscioni in curva per Topo, storico tifoso scomparso in settimana, mentre sulla sponda opposta, al 13esimo, ecco puntuale il ricordo con coro per Davide Astori, omaggiato dai tifosi Viola col bandierone che sventola nel nucleo più acceso del tifo organizzato. Sugli spalti le due curve si stuzzicano, come da tradizione, rinnovando una rivalità vecchia nel tempo e capace di trascinarsi ancora oggi senza sosta; sul campo invece, dopo un primo periodo incerto, ecco emergere la Viola, venuta a Bologna con l'obiettivo non troppo velato dei tre punti (e rompere un digiuno di vittorie che dura dal 30 settembre, proprio come i rossoblù, con in mezzo quattro pareggi e una sconfitta).
Fiorentina che dunque attacca, Bologna che ci prova con le ripartenze e che nel finale di tempo ha l'occasione più ghiotta dei primi quarantacinque minuti, con un colpo di testa di Orsolini sventato da un bravo Lafont. Nella ripresa la sinfonia non cambia, con i Viola che dettano il gioco e i rossoblù che si chiudono per ottenere il pareggio, salvo poi tentare l'affondo in ripartenza: le due squadre poi s'allungano, col goal che veleggia nell'aria, ma che non arriva infine né da una parte né dall'altra. Inzaghi cambia uno spento Svanberg, mettendo su Krejci, poi Dzemaili ed infine Dijks; Milenkovic, tra i migliori in campo da parte viola, nel finale prende un palo che mette i brividi a Skorupksi.
L'arbitro fischia la fine, dagli spalti emerge qualche timido fischio (non dalla curva), mentre i tifosi viola riconoscono lo sforzo prodotto dai proprio calciatori invitandoli sotto il proprio settore. Le statistiche finali parlano di 19 tiri viola contro 7 rossoblù ( 5 in porta contro 3), possesso palla a favore dei gigliati e la sensazione generale di averla sfangata anche grazie ad un tocco di fortuna, contro una squadra comunque nettamente superiore.
Poi, mentre il Dall'Ara si svuota lentamente, dalle radioline e dagli iphone di mezz città arriva la vera doccia gelata della domenica, che per carità, al 25 novembre non decide proprio nulla, ma non fa dormire di certo neanche sonni tranquilli...