Amici come prima?
di Stefano Brunetti
Come il film di Fausto Brizzi, dove storie riguardanti amore e tradimento s'intrecciano sullo sfondo dell'Italia dei giorni nostri: e a parlare di "corna", nel caso di Diawara e Verdi, forse si esagera, nel senso che mai i due promisero a Bologna amore eterno, anche se certo, per lo sviluppo delle rispettive vicende (lontane giusto un anno l'una dall'altra)forse un pelo di tatto in più era richiesto, nonostante sia ormai acqua più che passata in entrambi i casi.
E dunque, che ricordo è rimasto in casa Bologna di Amadou Diawara e Simone Verdi, che mai in realtà qui giocarono insieme (il primo se ne andò nell'estate 2016, proprio quella dell'acquisto del secondo) ma che potrebbero scendere in campo oggi, per una curioso scherzo del destino, unita alla combinazione di infortuni/squalifiche (Koulibaly, Insigne, Hamsik) di vari titolari della rosa azzurra?
Neutro probabilmente, nel senso che andato via un idolo se ne fa un altro, anche se certo, ad oggi, due giocatori del genere servirebbero come il pane alla truppa di Inzaghi: classe '97 il primo, colpaccio quasi a zero dell'estate 2015, classe '92 il secondo, simbolo del Bologna bigoniano post-Corvino, che certo rispetto al compagno lasciò un segno più duraturo sotto le Due Torri, anche per il maggior tempo trascorso.
Nell'estate 2016 i due si sfiorano: scoppia il caso Diawara, spinto dal procuratore ad impuntarsi per il trasferimento a Napoli; il pubblico non prende bene l'atteggiamento del centrocampista guineiano, fischiandolo in Coppa Italia; per la cronaca, non è certo la prima volta che la società partenopea crea un polverone per acquistare un gioiello rossoblu (vedasi alla voce Savoldi).
Alla fine l'avrà vinta De Laurentis, che acquisterà a peso d'oro il giovane; Bigon, dal canto suo, si consola con Verdi, arrivato in sordina dal Milan; il resto è storia, con il giocatore che esplode, conquistando subito il pubblico di fede bolognese.
Poi, nel gennaio scorso, rieccoci da capo: ancora il Napoli, stavolta sullo stesso Simone Verdi.
L'affare è un passo dall'essere formalizzato, c'è l'accordo tra le due società, ma il giocatore tentenna: vuole rimanere a Bologna almeno per altri sei mesi. La piazza lo applaude, alzandolo a bandiera d'altri tempi; ma il "gran rifiuto" dura giusto il tempo del girone di ritorno, dimostrandosi semplicemente un affare posticipato di qualche mese: morale della favola, nel giugno scorso ecco l'ex numero 9 rossoblù in maglia azzurra, a competere con i giganti partenopei per un posto da titolare.
E com'è andato, dunque, questo suo primo assaggio di Napoli? Non bene nel complesso: cinque presenze fino ad ottobre, con una sola rete all'attivo (contro il Toro), poi l'infortunio, che l'ha tenuto out per tutto novembre e metà dicembre, fino al ritorno in panchina contro Spal e Inter (senza però entrare).
E Diawara? 18 presenze nelle prime due stagioni, con Sarri in panchina (e una rete all'attivo), già 10 quest'anno con Ancelotti, anche se per il posto da titolare fisso ci sarà ancora da sudare.
Che dire dunque, il Napoli ha speso un bel po' per i gioelli ex Bologna (una cifra vicina, nel complesso, ai 40 milioni) anche se i frutti dell'investimento si son visti per ora solo in parte: un loro ritorno a gennaio o in futuro sotto le Due Torri? Impossibile, almeno per il momento.
E in una domani non troppo lontano? Si vedrà. Perchè le vie del calcio, si sa, che sono infinite...