Il tabù del Castellani












di Stefano Brunetti


Sembra incredibile a dirsi, ma mai nella sua lunga storia il Bologna ha vinto ad Empoli: e quando si dice mai, s'intende proprio il numero zero alla voce vittorie esterne, col "Castellani" tanto brutto, esteticamente ("ma l'avete comprato all'Ikea?" recitava un famoso striscione), quanto stregato, per il rossoblù; dal 1984 nove partite dalle parti di Empoli, dalla serie C alla A, senza mai portare a casa l'intera posta in palio.
E che quel campo fosse maledetto, per i nostri colori, lo si era già capito dagli anni ottanta, quando alla quinta giornata del campionato di cadetteria '84-'85 azzurri e rossoblù incrociarono per la prima volta le loro strade: bolognesi strafavoriti, ma che non vanno oltre lo 0-0 (risultato molto frequente dalle parti del Castellani)
L'anno dopo sembra finire alla stessa maniera, ma Lorenzo Cipriani a dieci minuti dalla fine regala i tre punti ai suoi: a fine stagione azzurri in A e Bologna che resta in B.
Poi nel 1988 le due squadre si scambiano e si va diretti agli anni novanta, con i due team che si ritrovano in serie C, nel '94, con pareggio ovviamente per 0-0 al Castellani.
Nel '97 poi la prima sfida in serie A e indovinate un po' come finisce?
0-0
E l'anno successivo? Idem.
Non c'è niente da fare: tra Empoli e Bologna, in terra toscana, non vengono mai fuori partite memorabili. Vai a capire il perchè: fatto sta che nei primi cinque incontri, dal 1984 al 1998, i goal fatti da ambo le parti sono a quota uno e cioè quella rete di Cipriani (Lorenzo) arrivata quasi per sbaglio a sbloccare una sfida destinata alle reti bianche.
Negli anni duemila il trend migliora, già...ma per l'Empoli: nel 2002 c'è l'ennesimo 0-0, l'anno successivo 2-0 per i toscani, reti di Belleri (poi rossoblù, ve lo ricordate?) e Vannucchi.
La storia, dunque, narra di un bilancio nei primi sette incontri giocati al "Castellani" di cinque pareggi (tutti per 0-0) e due vittorie empolesi, con addirittura zero goal fatti dai rossoblù.
Zero.
Ma com'è possibile? Sul Castellani sembra aleggiare una sorta di maledizione, un incantesimo fatto da chissà chi.
L'Empoli poi retrocede, il Bologna pure ed infine di nuovo gli azzurri (con i rossoblù che faranno il percorso inverso), con le due squadre che per più di un decennio buono non s'incontrano.
Poi eccoci al 2015, con entrambe le compagini in A; al Castellani si gioca alla penultima, a maggio: entrambe le squadre sono già salve, potrebbe venire fuori una partita divertente senza badare troppo ai tatticismi, e invece no, si rinvigorisce la tradizione dello 0-0.
Non solo non si vince ad Empoli, ma nemmeno si segna: la tradizione continua dunque con gli anni dieci. L'anno successivo, in terra toscana, gli azzurri cercano disperatamente punti salvezza; il Bologna arriva stremato, come ogni finale di stagione.
Croce porta in vantaggio i giocatori in maglia azzurra, ma Verdi risponde colpo su colpo dopo pochi minuti, rompendo perlomeno il tabù del goal al Castellani; Pasqual e Costa (sì, il nostro Andrea) regolano poi un Bologna, per così dire, senza mordente.
A fine stagione l'Empoli retrocederà clamorosamente dopo aver avuto un vantaggio di più 11 sul Crotone; l'anno successivo però ecco l'immediata risalita, con Andreazzoli in panchina.
Poi l'avvio difficile di campionato, nonostante il bel gioco e il cambio: dentro Iachini, vecchio lupo in materia di salvezze. Risultato? Meno estetismi e più concretezza, con l'ex tecnico del Sassuolo che in tre giornate rilancia la squadra, presa terz'ultima a 6 punti e portata dopo tre giornate in panchina al quint'ultimo con l'Udinese, a quota 13, frutto della vittoria con gli stessi friuliani (2-1), quella in rimonta con l'Atalanta (3-2) e del pareggio rocambolesco a Ferrara (2-2).
Domenica l'occasione di mettere a segno il quarto risultato utile consecutivo, contro un Bologna indietro di due punti in classifica, che subisce meno goal (22 contro 25), ma segna decisamente in quantità inferiore (12 goal contro i 17 empolesi) e che arriva al Castellani per spezzare il lungo tabù, o quantomeno per uscire imbattuto.
Diciamolo chiaramente: sull'ennesimo 0-0, questa volta, ci si metterebbe volentieri la firma.



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