Inzaghi e il Milan



di Stefano Brunetti


E infine venne il giorno: Pippo contro il Milan, una partita che l'allenatore piacentino ha seriamente rischiato di non giocare, dopo esser stato in bilico per tutto lunedì scorso, salvo poi esser confermato per direttissima del presidente Joey Saputo.
Un'altra chance, dunque, che il Nostro si giocherà nella sfida da lui più attesa: contro quel Milan dove dal 2001 al 2012 ha segnato un'epoca, entrando nel cuore degli appassionati grazie alle 73 reti in 202 presenze, alcune delle quali pesantissime (come la doppietta in finale di Champions col Liverpool, quando ad Atene fece impazzire di gioia Carlo Pelegatti e tutti i tifosi rossoneri) e da cineteca per fattura e modalità di esecuzione.
Poi, dopo il passaggio in panchina, l'avventura nella Primavera e nell'estate 2014 il salto tra i "grandi", dove prende il posto di Clarence Seedorf, reduce da un'annata storta (ottavo posto); al Pippo Nazionale, dunque, la richiesta di rilanciare le quotazioni di una nobile, nel frattempo, decaduta.
Perché questo, a cavallo della metà degli Anni Dieci, il Milan è: una società cioè dove si fanno pochi investimenti, col rubinetto alla voce "cash" irrimediabilmente chiuso; così, anche la squadra data in dotazione al Pippo, risulterà fatta di parametri zero e prestiti, come Diego Lopez, Armero, Menez e Fernando Torres.
L'inizio non è neanche malaccio, ma alla lunga emergeranno tutti i limiti della squadra ( che avrà nel recordman di presenze, per la cronaca, un certo Andrea Poli), col risultato finale di un decimo posto, peggior risultato dal '97, che non lascerà certo soddisfatti i dirigenti.
A fine stagione Pippo pagherà colpe non pienamente sue, finendo per essere esonerato: riparte dunque dal basso, da quella Venezia dove nel frattempo è arrivato un certo Joe Tacopina. Promozione al primo colpo in cadetteria e via in serie B, dove l'anno successivo arriva ai playoff. Poi, la chiamata del Bologna: e siamo ai giorni nostri.
Con un Pippo in bilico, che dovrà dimostrare il suo valore contro il suo passato: e quel Rino Gattuso compagno per tanti anni, al Milan e in Nazionale (con cui vinse il Mondiale 2006), avversario a sua volta a rischio, che certo, per questo ed altri motivi, non potrà fare sconti di alcun tipo...


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