Riparatori e Distruttori
di Stefano Brunetti
Il mercato di gennaio è stato nel corso della storia croce e delizia per il Bologna, spesso e volentieri anticamera di successi o fallimenti certificati poi a maggio o massimo nel giugno successivo; quest'anno, dopo diverse stagioni "calme", il mese più caldo dell'inverno calcistico tornerà a giocare un ruolo decisivo per le sorti della squadra rossoblù, costretta ad una rivoluzione per invertire una rotta tremendamente volta al basso, con un terzultimo che spaventa e toglie il sonno.
Ma in quali stagioni gli affari di gennaio furono decisivi in positivo? Nel 2004, di certo, quando l'arrivo di Hidetoshi Nakata, via Parma, diede alla squadra di Carlo Mazzone (suo maestro ai tempi di Perugia) quel plus per ottenere in anticipo la salvezza, col fuoriclasse giapponese decisivo tra febbraio e marzo, salvo poi spegnersi a risultato raggiunto, per un bilancio comunque nel complesso più che sufficiente.
L'anno successivo, invece, il mercato di riparazione fu l'anticamera del disastro: un Bologna in ottima posizione di classifica (settimo) si fece infatti illudere dal presente, limitandosi agli inutili arrivi di Ferron e Ferrante (più Della Rocca di rientro dal prestito) non guardando ai limiti di una squadra che di lì a poco non avrebbe più fatto punti, condannandosi ad un disastro epocale.
Eccoci poi al biennio 2006-2008, in serie B: Alfredo Cazzola prende in mano un Bologna nei bassifondi della cadetteria e a gennaio fa la rivoluzione. Dentro un pezzo da novanta (Marazzina) e due ritorni fuori categoria (Zauli e Nervo), non sufficienti comunque ad agganciare i playoff.
L'anno dopo, sempre a lottare per la massima serie, l'ex mister Motorshow cala nuovamente l'asso, quel Tomas Danilevicius scippato a tutte le prime della cadetteria e a diverse di A, ma il risultato è lo stesso e cioè niente playoff.
Alfredo impara la lezione e al terzo anno fa centro: Valiani dal Rimini e Bucchi dal Siena, giocatori che saranno decisivi con le loro reti per il ritorno in massima serie; e siamo al gennaio 2009: col Bologna disperato, come oggi, che deve fare un super mercato per riparare agli errori estivi.
Arriva il Nome con la N maiuscola: Pablo Osvaldo, pagato 7 milioni dalla Fiorentina, uno degli acquisti più onerosi della storia rossoblù, ma calato in un contesto mediocre; in difesa e a centrocampo non arrivano gli acquisti giusti, così la squadra continua a zoppicare, raggiungendo la salvezza solo grazie a San Diego Milito.
L'anno successivo Franco Colomba, proprio a gennaio, da il diktat di cedere Osvaldo per tenere Zalayeta, più congeniale alle sue idee tattiche: il tanto vituperato arrivo di Buscè si rivelerà poi decisivo per la salvezza, mentre il bolognese Succi non riuscirà a lasciare il segno.
365 giorni dopo il Bologna è appena uscito dal rischio fallimento, con Zanetti che in finir di mese si dimette lasciando la patata bollente ai compagni d'avventura: di pensare al mercato non c'è tempo, la squadra tanto, nonostante le vicissitudini societaria, è buona.
Anche nei due anni successivi a gennaio succede poco o niente, mentre nel 2013 il mercato di riparazione è come otto anni prima l'anticamera del disastro: gli arrivi delle meteore Ibson e Frieberg, se sommati a Diamanti venduto a mercato chiuso, condannano di fatto il Bologna ad una retrocessione certa, che si concretizzerà nel successivo giugno.
E siamo dunque ai mercati di Joey Saputo, i primi due con Corvino come ds (il primo anno, in B, gli arrivi decisivi per la promozione di Gastaldello e Sansone, l'anno dopo in A Zuniga, Costant e Floccari), e di Bigon poi (nel 2016 provvede più a cedere, con l'arrivo del solo Petkovic, l'anno scorso stessa cosa, con l'affare Verdi ritardato a giugno e la coppia Orsolini-Paz in arrivo, più Romagnoli nell'affare Maietta e Dzemaili di ritorno dal Montreal).
Per la prima volta dopo tempo, dunque, il mercato di gennaio torna a rivestire un ruolo principale nelle vicende rossoblù, con il ds Riccardo Bigon chiamato alla prova del nove e cioè di affidare al tecnico Inzaghi cinque rinforzi veri, che permettano alla squadra un effettivo salto di qualità; compito non facile, che certo terrà tutta Bologna, dal 3 al 31 del mese, col fiato sospeso.
Perchè si sa, che passare da riparatori a distruttori (e viceversa) basta poi un attimo.
Perchè si sa, che passare da riparatori a distruttori (e viceversa) basta poi un attimo.