Dieci anni dopo, riecco Mihajlovic contro Prandelli
di Stefano Brunetti
Dieci anni fa, proprio di questi tempi (era inizio febbraio) Sinisa Mihajlovic e Cesare Prandelli si sfidavano uno contro l'altro nel gelo del Dall'Ara, il primo sempre sulla panchina del Bologna, il secondo su quella della Fiorentina, in uno dei più derby dell'Appenino più freddi della storia.
Talmente estremo, a livello climatico, da costringere gli arbitri a posticipare la partita di 24 ore: morale della favola, si gioca di lunedì pomeriggio, tra pochi intimi, in un gelo da Siberia.
Il Bologna per continuare il momento d'oro del Primo Sinisa, reduce dal successo esterno in quel di Bergamo, la Fiorentina per coltivare il sogno europeo; in campo Pablo Daniel Osvaldo ( in questi giorni sotto le Due Torri nella sua nuova veste da musicista) passato dalla maglia gigliata a quella rossoblù poche settimane prima, per la non indifferente cifra di 7 milioni di euro.
Tutti i fari son puntati su di lui: titolare affianco a Di Vaio ed Adailon nel nuovo 4-3-1-2 di Sinisa, dopo mesi di 4-5-1 (o al massimo 4-4-2). Dall'altra parte la coppia Mutu-Gilardino, che certo fa paura, anche per via di una difesa, quella rossoblù, tra le più perforate del campionato: e della serie "come volevasi dimostrare", ecco la Viola in vantaggio dopo soli sei minuti, con la stella rumena che sfrutta al meglio un lancio geniale di Montolivo.
Partita dunque subito in salita per il Bologna, che prova a rialzarsi proprio col giocatore più atteso, Osvaldo, che con un destro rabbioso chiama in causa il suo ex compagno Frey.
La Fiorentina però è superiore, e lo dimostra al 20esimo: ancora l'asse Montolivo-Mutu, buco difensivo di Moras, e 0-2.
Non c'è partita.
Nella ripresa Mingazzini la riapre, ma per Sinisa è solo un'illusione: Gilardino, sotto quella curva dove anni dopo segnerà con la maglia rossoblù, la chiude.
1-3 e tutti a casa.
Il primo scontro della storia tra Miha e Prandelli va all'allenatore veneto, che a fine stagione porterà la Viola in Champions; per il Bologna del primo Sinisa, invece, l'inizio del declino.
L'illusione del periodo invernale si sgretolerà presto, portando i felsinei ad otto sconfitte nelle successive dieci partite, con esonero finale del tecnico serbo.
La rivincita ci sarà l'anno successivo, quando Sinisa, sulla panchina del Catania, batterà i viola di Prandelli per 1-0 (Mascara). Per un curioso scherzo del destino, a giugno, quando Cesare volerà verso il posto di ct della Nazionale, sarà proprio Mihajlovic a sostituirlo sulla panchina viola, dove starà un anno e mezzo (nono posto il primo, esonero il secondo).
Poi anche Sinisa diventerà ct, ma della nazionale serba, con le strade dei due però che in quel caso non s'incroceranno (e visto l'ultimo Italia-Serbia, quella di Ivan Bogdanov, forse è anche meglio così). E siamo dunque ai giorni nostri: con un Bologna-Genoa che, esattamente dieci anni dopo, rimetterà contro Mihajlovic e Prandelli, con tre punti fondamentali in chiave-salvezza che certo, ad oggi, servirebbero più ai rossoblù bolognesi che a quelli genoani.