Quando Tare espugnò il Friuli
Sembra quasi, per uno strano scherzo del destino, che tutte le partite tra Udinese e Bologna in Friuli debbano giocarsi a ridosso di questo periodo: cioè, all'incirca, tra febbraio e marzo.
Una prova? Campionato di serie A 2004-2005, 27esima giornata: di fronte i bianconeri di Luciano Spalletti e i rossoblù di Carletto Mazzone.
Che per la cronaca, dopo l'avvio difficile, si sono stazionati su una buona posizione di metà classifica: undicesimi a 33 punti, a pari merito con la Lazio, a più sette sulla zona calda e meno nove dall'Europa; morale della favola: giocando contro l'Udinese sesta, per intenderci l'ultimo posto disponibile per l'allora Coppa Uefa, è ovvio che la stagione dei rossoblù si ponga di fronte ad un bivio.
Assalto ai piani alti o ricerca di una tranquilla salvezza?
I ragazzi di Carletto affrontano la trasferta del Friuli senza pensarci troppo, con il solo ed unico obiettivo di rialzarsi dopo la leggera flessione dell'ultimo periodo (sconfitta contro l'Atalanta ultima e pareggio a reti bianche col Livorno), consapevoli che già strappare un pareggiaccio andrebbe più che bene.
In porta c'è Pagliuca, in difesa l'esperienza di Torrisi e Nastase, più Juárez e il mitico Sussi.
Zagorakis a centrocampo, il capitano della Grecia campione d'Europa 2004, con Leonardo Colucci; poi l'eterno Carlo Nervo e la coppia Locatelli-Bellucci dietro ad Igli Tare, spilungone offensivo.
Tanto alto quanto poco incline al goal: voluto fortemente da Mazzone sotto le Due Torri, dopo l'esperienza al Brescia.
Segna solo di testa, dice il pensiero comune: e invece, in quel del Friuli, l'attaccante albanese porta subito in vantaggio i suoi di sinistro, sfruttando al meglio un assist di Locatelli.
La reazione dell'Udinese è rabbiosa: il tridente Di Natale-Iaquinta-Di Michele spaventa, ma Pagliuca fa buona guardia. Ci prova anche Pizarro, invano.
Per la cronaca, nel secondo tempo, entrano in maglia bianconera due giocatori che in futuro saranno rossoblù: uno amato a dismisura(Dino Fava), l'altro meno (Michele Pazienza).
Nelle file felsinee, nella ripresa, entrano invece Daino e Loviso per proteggere tre punti clamorosi, che alla fine saranno portati a casa.
Bologna che sfrutta così la classifica corta, facendo un salto notevole in avanti: l'ottavo posto, a soli sei punti dall'Europa, è l'apice della stagione.
Curioso, per una squadra partita col freno a mano e costruita per una tranquilla salvezza; curioso, pensare poi come andrà a finire.
Cioè con sei punti nelle successive undici giornate, e sì, quell'epilogo che conosciamo tutti: che di fatto, mise le sue radici nel post-vittoria del Friuli.
Ultimo successo, a pensarci, di una stagione maledetta...