Skorupski-Mirante: chi ha fatto l'affare?
di Stefano Brunetti
Questa sera avrebbero potuto scontrarsi l'uno contro l'altro, ma le ultime in casa giallorossa dicono che Olsen tornerà tra i pali: eppure, causa l'infortunio occorso al portiere svedese nell'ultima settimana, il confronto diretto tra Lukasz Skorupski e Antonio Mirante è stato davvero ad un passo dal realizzarsi.
Ma tirando le somme, ad ormai più di sei mesi dallo scambio: chi è, tra Bologna e Roma, che ha fatto il vero affare?
Era infatti il giugno dell'estate scorsa quando le due società diedero l'annuncio: fatta per il giro di portieri, 5 milioni ai giallorossi più il cartellino di Mirante per il polacco Skorupski, più giovane del collega di diverse primavere (classe '84 contro '91).
Per il primo tre anni in rossoblù da numero uno, fin dal suo arrivo nell'estate 2015; poi il problema cardiaco all'inizio della stagione seguente, con lenta e graduale ripresa.
La fascia da capitano in quella successiva, con la questione rinnovo sul banco: con ancora un anno di contratto, il ds Bigon gli propone una riduzione del lauto ingaggio, da spalmare in più stagioni.
L'accordo non arriva ed ecco dunque piombare la Roma che cerca un numero due di esperienza da affiancare ad Allisson (in quel momento ancora lontano dal Liverpool): il Bologna però prima di cedere vuole avere il sostituto già pronto e guarda caso lo trova proprio in casa giallorossa, al nome e cognome di Lukasz Skorupski, in giallorosso dal 2013, ma autore nel complesso di pochissime partite da titolare.
E' comunque nel giro della nazionale polacca e dopo il prestito ad Empoli, nel biennio 2015-2017, cerca una sistemazione dove avere continuità: tutti vengono dunque accontentati, per un affare che, nel complesso, non lascia polemiche di alcun tipo.
A Bologna Skorupski è titolarissimo, anche se la stagione, per la squadra, non è proprio delle migliori; ma nonostante un undici che fa una fatica tremenda, il polacco è comunque all'unanimità una delle poche note positive: per molti, il miglior acquisto estivo.
Dall'altra parte Mirante è ovviamente secondo e aspetta pazientemente il suo turno: la prima occasione arriva a novembre, quando prima della trasferta di Udine il titolare rinuncia per infortunio.
Vince l'Udinese, con un goal di De Paul, sul quale il portiere è esente da colpe; a dicembre, poi, è titolare in Champions contro il Viktoria Plzen (2-1 per i giallorossi); ad inizio febbraio, con gli ottavi alle porte, Olsen si ferma nuovamente, stavolta per un problema al polpaccio, lasciando spazio al secondo.
Contro il Milan finisce 1-1 (nulla può sul goal dello scatenato Piotek), col Chievo assiste quasi annoiato alla facile vittoria dei suoi per 0-3. Contro il Porto, per l'ottavo di Champions, dovrebbe lasciar spazio al rientrante Olsen, che però non sta ancora al meglio e viene lasciato in panchina. Morale della favola: Antonio Mirante, alla non giovane età di 35 anni (in odor di 36), gioca da titolare un ottavo di Champions, in un Olimpico tutto esaurito.
Il 2-0 con cui i giallorossi conducono il match sembra il preludio alla più bella delle favole, ma nel finale arriva il goal di Adrìan a fare da guastafeste, complicando il discorso ritorno; quando è chiamato in causa, comunque, Mirante risponde presente, guadagnandosi la stima dell'ambiente giallorosso.
In mattinata si saprà se anche contro il Bologna, il portiere nativo di Castellamare, giocherà la sua quarta partita consecutiva tra campionato ed Europa: evento molto improbabile, secondo le ultime, ma che certo sarebbe curioso sia per un giudizio (semi) definitivo su uno dei più importanti affari del mercato scorso, sia per un amarcord in chiave nostalgica, per la serie "c'eravamo tanto amati".