Che fine ha fatto Acquafresca?
di Stefano Brunetti
Per la serie “misteri della rete”, ecco a voi la strana storia di Robert Acquafresca: uno che a poco più di vent'anni aveva già fatto un bel po' di reti in A, ma poi, vai a capire il perché, non riuscì a dar seguito a quel folgorante inizio, deludendo le attese.
Nato a Torino, da padre pugliese e madre polacca (da cui la doppia cittadinanza), si mette in mostra da giovanissimo nel vivaio granata, attirando presto su di sé le attenzioni dell'Inter; azzurrino fin dalla tenera età, esplode a Treviso nella stagione 2006-2007, andando in doppia cifra in serie B.
Score che gli varrà, l'anno successivo, l'esordio in massima serie con la maglia del Cagliari: squadra con cui, nel biennio 2007-2009, si farà conoscere in tutta la Penisola.
10 reti il primo anno, 14 il secondo (tra cui, per la cronaca, una tripletta al Bologna) e gli occhi di tutte le big addosso; dopo Mario Balotelli, il più grande prospetto di quegli anni: titolarissimo nell’under 21 (16 presenze condite da 10 reti) e pezzo pregiato del calciomercato 2009.
L’Inter lo cede al Genoa nel maxi affare che porta sotto la Madonnina Milito e Motta: da qui poi va all'Atalanta, dove Robert è atteso dal salto di qualità definitivo. Ma in maglia orobica, causa anche un infortunio, non va bene; a gennaio è così sotto la Lanterna, dove però non si guadagna la riconferma.
Morale della favola: riparte da Cagliari, dove fa una buona stagione, segnando 8 reti in 37 presenze; sembra in effetti che solo sull’isola Robert riesca ad esprimersi al meglio. Nell’estate 2011 però non viene riscattato, e torna così al Genoa, che cerca un acquirente: indovinate un po' chi se lo piglia?
Sì: proprio il Bologna di Albano Guaraldi.
Che agli ordini del neo-allenatore Pierpaolo Bisoli, è alla ricerca di un vice-Marco Di Vaio.
Il 19 luglio viene siglato ufficialmente l’affare, un prestito con diritto di riscatto sulla metà. Nella prima stagione in rossoblù, tutto sommato, per Robert non andrà malissimo: 5 reti partendo per lo più dalla panchina, con quel goal contro il Novara, in casa, a regalare la vittoria e rendere il giusto tributo a Lucio Dalla, scomparso pochi giorni prima.
L’anno dopo Marco Di Vaio si ritira, e per Robert, riscattato, sembrano aprirsi le porte per una maglia da titolare; ma Stefano Pioli, mister subentrato nella stagione precedente, ha altre idee per l’attacco (vedasi alla voce Alberto Gilardino). Per Acquafresca è un duro colpo, che lo porterà a limitare le proprie apparizioni, in quella che sarebbe dovuta essere la stagione della conferma, a sei misere presenze.
A gennaio dunque cambia aria, in prestito, direzione Spagna (Levante): 13 presenze e 3 reti che non gli varranno il riscatto finale.
Torna dunque a Bologna, dove partecipa attivamente alla retrocessione del 2013-14; in B, perlomeno, si ritaglierà il suo spazio, con 29 presenze e 4 reti (di cui una ai playoff).
Ma una volta tornato in A, con l’avvento di Donadoni, per Robert si prospetteranno due stagioni da separato in casa. Con uno stipendio lussuoso comunque percepito, che certo non lo renderà simpatico agli occhi del pubblico. Lascia infine Bologna, nel gennaio 2017, dopo un lustro fatto di 92 presenze e 9 goal totali.
Alla soglia dei trent’anni, Robert Acquafresca si ritrova dunque nel classico status di “promessa mai sbocciata”: come tanti altri, purtroppo, prima di lui. Anche se in questo caso, fa certo più notizia.
Il nostro comunque non si arrende: prova a riciclarsi a Terni, in cadetteria, ma anche qui va male.
Tenta dunque ancora la carta estera, al Sion, in Svizzera: ma anche nel paese del cioccolato non va; 6 presenze il primo anno, uno il secondo, cioè quello attuale. Non proprio uno score da capogiro.
Insomma, non c’è che dire: ad ormai 32 anni suonati, la carriera di Robert Acquafresca sembra ormai destinata un declino inesorabile, già in atto a dirla tutta da un paio di anni a questa parte.
Eppure, ultimamente, l’attaccante ha ricevuto una convocazione in una Nazionale: quale?
Si va per esclusione: non in quella italiana e nemmeno in quella polacca.
Allora dove?
Nella neonata nazionale sarda: che in virtù della provenienza geografica della moglie, può accogliere Robert tra le sue fila. La squadra vanterà giocatori del calibro di Sau, Murru e, sorpresa, quel Mancosu con cui nella stagione '13-'14, in serie B, fece coppia più volte in maglia bolognese. Insomma, un ritorno ai vecchi tempi, con Bologna bene o male sempre presente nel destino di Acqua: che domenica, probabilmente, farà più il tifo per il Cagliari (per mille e più motivi) anche se certo, sotto le Due Torri, visto il lungo periodo passato (sei anni in totale) ed il lauto ingaggio preso (...), un pezzo di cuore, Robert Nostro, ce lo deve aver lasciato per forza.