Sinisa e l'Udinese, dieci anni dopo
di Stefano Brunetti
Stagione 2008-2009.
E' l'alba della 22esima giornata: il Bologna, allenato dal Primo Mihajlovic, si prepara alla trasferta di Udine; il buon momento di forma, certificato nel periodo tra dicembre e gennaio con la vittoria casalinga col Torino e quelle esterne di Bergamo e Catania, ha subito una sonora battuta d'arresto nel derby dell'Appennino, con la Fiorentina corsara al Dall'Ara per 1-3.
La classifica comunque sorride al rossoblù: o meglio, dopo il brutto periodo iniziale, è ora più accettabile. Quart'ultimo posto in coabitazione col Lecce, a quota 22, a più quattro sul Toro terz'ultimo; insomma, la salvezza non sembra un affare impossibile, anche se c'è tutto un girone di ritorno ancora da giocare.
A gennaio è arrivato Osvaldo, colpaccio da novanta per l'attacco: in difesa Belleri e a centrocampo la coppia Cesar/Mutarelli; Sinisa ha così rivisto il suo iniziale 4-5-1, per far giocare l'italo-argentino al fianco di Marco Di Vaio, quell'anno mattatore assoluto.
Al Friuli, in particolar modo, si opta per un modulo tornato in auge in questi giorni: 4-2-3-1.
Ovvero Antonioli in porta, la coppia di centrali Britos-Moras, Belleri a destra e Lanna a sinistra.
Diga di centrocampo con Mudingay e Mingazzini, poi Di Vaio là davanti, servito dal trio inedito Valiani-Amoroso-Osvaldo.
Di fronte l'Udinese di Pierpaolo Marino, dove c'è un Di Natale in formissima e un D'Agostino in formato nazionale a centrocampo; si stanno mettendo i tasselli, poco alla volta, per lo squadrone che pochi anni dopo tornerà in Champions League.
Per la squadra di Mihajlovic, dunque, un appuntamento non facile: ma il trend in trasferta è buono e la voglia di rifarsi dopo la sconfitta con la Fiorentina è grande.
La partita sembra destinata allo 0-0: esce Osvaldo per infortunio, entra Cesar.
Dall'altra parte, Pepe e Asamoah provano a impensierire Antonioli, che si difende bene.
Nel secondo tempo, poi, il giro di cambi decisivi: Bernacci nel Bologna e un certo Alexis Sanchez, poco più che ventenne, dall'altra parte.
Serve aggiungere qualcos'altro?
Succede tutto in breve tempo, a novanta minuti ormai scaduti: il primo si fa ipnotizzare, sul più bello, da Handanovic, nella fase finale di un pericoloso contropiede.
L'altro, al 92esimo, lascia partire un bolide che non lascia scampo al portiere avversario, facendo intravedere sprazzi di quell'immenso talento che, anni dopo, lo porteranno a giocare con le maglie di Barca, Arsenal e Manchester United.
1-0 e tre punti ai bianconeri.
Per il Bologna una doccia fredda, e non solo: l'inizio del declino, dopo lo sprint dato da Sinisa.
Che nelle successive otte partite raccoglierà sei sconfitte, decisive per l'esonero.
Lascerà poi il testimone a Giuseppe Papadopulo, che salverà la squadra grazie ai suoi poteri taumaturgici; ma questa, è un'altra storia.
La nostra, invece, riparte domenica, da Udine: dove nella Dacia Arena, l'ex Friuli, Sinisa Mihajlovic sarà percorso da uno strano deja-vu.
Tentando, questa volta, di ottenere una miglior sorte.
Stagione 2008-2009.
E' l'alba della 22esima giornata: il Bologna, allenato dal Primo Mihajlovic, si prepara alla trasferta di Udine; il buon momento di forma, certificato nel periodo tra dicembre e gennaio con la vittoria casalinga col Torino e quelle esterne di Bergamo e Catania, ha subito una sonora battuta d'arresto nel derby dell'Appennino, con la Fiorentina corsara al Dall'Ara per 1-3.
La classifica comunque sorride al rossoblù: o meglio, dopo il brutto periodo iniziale, è ora più accettabile. Quart'ultimo posto in coabitazione col Lecce, a quota 22, a più quattro sul Toro terz'ultimo; insomma, la salvezza non sembra un affare impossibile, anche se c'è tutto un girone di ritorno ancora da giocare.
A gennaio è arrivato Osvaldo, colpaccio da novanta per l'attacco: in difesa Belleri e a centrocampo la coppia Cesar/Mutarelli; Sinisa ha così rivisto il suo iniziale 4-5-1, per far giocare l'italo-argentino al fianco di Marco Di Vaio, quell'anno mattatore assoluto.
Al Friuli, in particolar modo, si opta per un modulo tornato in auge in questi giorni: 4-2-3-1.
Ovvero Antonioli in porta, la coppia di centrali Britos-Moras, Belleri a destra e Lanna a sinistra.
Diga di centrocampo con Mudingay e Mingazzini, poi Di Vaio là davanti, servito dal trio inedito Valiani-Amoroso-Osvaldo.
Di fronte l'Udinese di Pierpaolo Marino, dove c'è un Di Natale in formissima e un D'Agostino in formato nazionale a centrocampo; si stanno mettendo i tasselli, poco alla volta, per lo squadrone che pochi anni dopo tornerà in Champions League.
Per la squadra di Mihajlovic, dunque, un appuntamento non facile: ma il trend in trasferta è buono e la voglia di rifarsi dopo la sconfitta con la Fiorentina è grande.
La partita sembra destinata allo 0-0: esce Osvaldo per infortunio, entra Cesar.
Dall'altra parte, Pepe e Asamoah provano a impensierire Antonioli, che si difende bene.
Nel secondo tempo, poi, il giro di cambi decisivi: Bernacci nel Bologna e un certo Alexis Sanchez, poco più che ventenne, dall'altra parte.
Serve aggiungere qualcos'altro?
Succede tutto in breve tempo, a novanta minuti ormai scaduti: il primo si fa ipnotizzare, sul più bello, da Handanovic, nella fase finale di un pericoloso contropiede.
L'altro, al 92esimo, lascia partire un bolide che non lascia scampo al portiere avversario, facendo intravedere sprazzi di quell'immenso talento che, anni dopo, lo porteranno a giocare con le maglie di Barca, Arsenal e Manchester United.
1-0 e tre punti ai bianconeri.
Per il Bologna una doccia fredda, e non solo: l'inizio del declino, dopo lo sprint dato da Sinisa.
Che nelle successive otte partite raccoglierà sei sconfitte, decisive per l'esonero.
Lascerà poi il testimone a Giuseppe Papadopulo, che salverà la squadra grazie ai suoi poteri taumaturgici; ma questa, è un'altra storia.
La nostra, invece, riparte domenica, da Udine: dove nella Dacia Arena, l'ex Friuli, Sinisa Mihajlovic sarà percorso da uno strano deja-vu.
Tentando, questa volta, di ottenere una miglior sorte.